Oggetto della pittura dei paesaggi di Claudio Costa è la Natura: l’antica Madre dispensatrice di doni e generatrice di vita, colta nei suoi aspetti più vivaci e festosi.?Nei paesaggi Claudio Costa, rappresenta fertili campagne, prati multicolori, boschi rigogliosi: dimensioni agresti ideali che sembrano voler fermare o catturare la “sensazione” della Natura, più che descriverne la complessità. Fin troppo spesso si è considerato l’universo artistico come una congerie di angoscia e disperazione, quasi come se il dolore e sofferenza fossero i soli stati d’animo portatrici di ispirazione. L’Arte tuttavia non è solo dramma, anzi, come ci hanno insegnato grandi maestri del passato l’Arte è anche allegria, divertimento, “joie de vivre”. Ed è proprio a questi sentimenti che si collega la pittura di Claudio Costa: ottimista, solare, tanto da coinvolgere l'osservatore nella limpida purezza della tinte e nella freschezza degli accostamenti, facendogli così distogliere lo sguardo e l’animo dal grigio e dalle ombre della quotidianità.
Dr.ssa Annalisa Santaniello - Staff Museo del Novecento Milano

Spazio al paesaggio. Claudio Costa è un abile pittore milanese alla sua prima apparizione nelle mie gallerie. Romantico e raffinato appare il suo tratto pittorico, i suoi scorci della Pianura Padana colpiscono per il realismo con cui sono dipinti sulla tela, il tratto è di chiara matrice impressionista. La sua pittura è poetica e il suo sguardo mi piace perché attento alla natura e al suo mutare silenzioso con il susseguirsi delle stagioni. Propongo una serie di lavori selezionati personalmente, certo che i consensi risulteranno unanimi.
Mario Mazzoleni - Art and creative director Art Events Mazzoleni

Ci inoltriamo ancora nella campagna lombarda con le tele di Claudio Costa, attratti nel fascino della pianura, tra luminosi torrenti innevati e sentieri che il pennello anima di un ritmico frusciare di toni, di luce e di ombra, in uno stile mosso, dove si cattura il silenzio della neve o il passaggio del vento tra i rami.
Dr.ssa Elena Carrea - Giornalista e Critica dell'Arte

C'è un amore nella vita e nell'arte di Claudio Costa: il paesaggio lombardo, già dipinto dai Chiaristi in atmosfere azzurrate e cantato in versi dall'illustre emigrante Quasimodo, che deò molte liriche agli alberi e alle acque di Lombardia. Il pittore rhodense si discosta dalla lezione sia del Chiarismo Lombardo sia di Quasimodo e ci presenta una pianura splendente, veritiera, raccontata nei minimi dettagli, tra rogge e canali, filari di alberi o brevi boschetti che delimitano, come appunto è d'uso nella Pianura Padana e specificamente in Lombardia, i vari poderi. Sono campi opulenti, prati dove i fiori selvatici esplodono nella tarda primavera, sentieri lungo le sponde dei corsi d'acqua, cieli colti nelle varie stagioni e nelle varie ore del giorno che si specchiano nell'acqua calma. E' l'omaggio al sole, col suo pressoché immancabile alone di umidità rarefatta, che frange la luce in gialli e aranciati speciali, per cui quel clima si fa immediatamente percettibile. Anche l'inverno padano riceve il suo omaggio, e in particolare la brina, quel fenomeno speci del territorio amato, conosciuto col nome popolare di galaverna, una brinata che sembra neve ma non lo è: è ghiaccio puro, silente, che cade sull'erba rimasta, sui rami spogli, sui radi cespugli rendendo lunare lo spettacolo diurno. La felice mano di Costa ci presenta sempre un paesaggio sereno, silenzioso, dove sarebbe bello ogni tanto passeggiare, raccogliendo i pen immersi in una natura morbida, di cui il pittore è eccellente interprete.
Dr.ssa Vera Agosti - Critica e Storica dell'Arte